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martedì 7 dicembre 2010

Legge, profezia o lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde?


Ricordate la famosa legge di Murphy: “se qualcosa può andare male, stai sicuro che sarà così”.
Efficace sintesi che ci dà certezza di un fenomeno fuori dal nostro controllo al quale si sono però date diverse spiegazioni.

C'è il famoso fenomeno noto come “profezia che si autoavvera” (Merton, 1971), o profezia che si "autodetermina" (Watzlawick, et al., 1971), una predizione che, nel venire fatta, fa sì che diventi vera.

Poi le varie leggi sulla percezione come ad esempio l'effetto "gorilla invisibile".

Aspettarsi che avvenga un evento inaspettato concentra la nostra attenzione su questo e non aiuta ad accorgersi d'altro.

Infine, ci sono le emozioni.

A partire dal 1995 quando Daniel Goleman scrisse  "Intelligenza emotiva" il tema ha avuto un'ampia diffusione. Gli scritti sono aumentati. Gli studi e le conoscenze delle emozioni, grazie alle neuroscienze, sono diventati più approfonditi e "visibili".

Nella vita privata, lavorativa o sociale siamo partecipi diretti o veniamo a conoscenza di reazioni, spropositate al contesto, da parte di persone descritte o percepite come normali. Allora mi pongo 2 domande. Siamo diventati un po' tutti "matti da legare"? Oppure. Le incertezze sociali stanno condizionando in modo sempre più esasperato la vita delle persone e quindi occorre intervenire con misure che creino sicurezza sociali ed economiche?

Risposte certe nella complessità non ci sono.
Il dubbio rimarrà e non sarà facile da dissolvere.
Però una certezza mi sento di esprimerla.
La necessità del superamento del dualismo cartesiano, secondo cui il cervello era la sede dello «spirito», della razionalità, e il corpo quella delle emozioni. Accettare che le emozioni influenzano i processi cognitivi, e viceversa, che il corpo e la mente sono un unicum inestricabile, è il primo passo in vista di una sempre migliore conoscenza delle relazioni tra percezione ed elaborazione del pensiero. Solo grazie a questo incontro potremo imparare a riconoscere, esprimere, regolare, godere delle nostre emozioni. Facendone un punto di forza, e non un'incognita incontrollabile della nostra vita.

Forse questo è anche un primo passo per evitare altri strani casi di Dr. Jekyll e di Mr. Hyde.

Le storie continuano...

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