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giovedì 23 dicembre 2010

Il potere delle storie: tra conservazione e innovazione.


Spesso nel mio lavoro racconto storie. Appena comincio sento alzarsi il livello d’attenzione.
Non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”  Alessandro Baricco (Novecento)
Tobias Wolff vive a New York e insegna alla Stanford University. E’ autore di romanzi, racconti e saggi. E’ considerato il più importante autore americano di short stories. Quando gli si è chiesto se ha timori per il futuro del racconto ha risposto così: «è lo strumento migliore per raccontare la complessità del mondo».
Oggi le storie hanno assunto forme nuove da quelle “originali”. Nell’era della multimedialità possiamo raccontare storie in mille modi.
Però la sua magia rimane inalterata. Il suo potere ci cattura.
All’inizio tutto è possibile, aperto, originale...
...poi le cose diventano serie … occorre fare delle scelte, c’è incertezza su come finirà, non tutto è scontato, la suspance aumenta, fino al momento della verità, della resa dei conti.

...in fondo nulla è come prima, tutto si risolve in qualche modo, ed è proprio questo che ci suggerisce una soluzione, un'idea, un'azione…

Ma Attenzione! La storia ce lo suggerisce solo, siamo noi nel confronto con gli altri che troviamo il senso.
In altre parole nelle storie esiste un movimento continuo tra la soggettività (trame, copioni condivisi, regole codificate, procedure, modelli abituali d'azione,..) e l'intersoggettività che rappresenta il luogo dello scambio, della comunicazione, della costruzione reciproca e sempre rinnovabile dei significati. Se la prima mette in scena la dimensione del controllo, la seconda rimanda a quella dell'innovazione.

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