Codice Iubenda

Privacy Policy

mercoledì 29 dicembre 2010

ITACA

Che sia d'auspicio per il proprio "viaggio" nel nuovo anno...

 

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Costantinos  Kavafisitaca

giovedì 23 dicembre 2010

Il potere delle storie: tra conservazione e innovazione.


Spesso nel mio lavoro racconto storie. Appena comincio sento alzarsi il livello d’attenzione.
Non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla”  Alessandro Baricco (Novecento)
Tobias Wolff vive a New York e insegna alla Stanford University. E’ autore di romanzi, racconti e saggi. E’ considerato il più importante autore americano di short stories. Quando gli si è chiesto se ha timori per il futuro del racconto ha risposto così: «è lo strumento migliore per raccontare la complessità del mondo».
Oggi le storie hanno assunto forme nuove da quelle “originali”. Nell’era della multimedialità possiamo raccontare storie in mille modi.
Però la sua magia rimane inalterata. Il suo potere ci cattura.
All’inizio tutto è possibile, aperto, originale...
...poi le cose diventano serie … occorre fare delle scelte, c’è incertezza su come finirà, non tutto è scontato, la suspance aumenta, fino al momento della verità, della resa dei conti.

...in fondo nulla è come prima, tutto si risolve in qualche modo, ed è proprio questo che ci suggerisce una soluzione, un'idea, un'azione…

Ma Attenzione! La storia ce lo suggerisce solo, siamo noi nel confronto con gli altri che troviamo il senso.
In altre parole nelle storie esiste un movimento continuo tra la soggettività (trame, copioni condivisi, regole codificate, procedure, modelli abituali d'azione,..) e l'intersoggettività che rappresenta il luogo dello scambio, della comunicazione, della costruzione reciproca e sempre rinnovabile dei significati. Se la prima mette in scena la dimensione del controllo, la seconda rimanda a quella dell'innovazione.

mercoledì 15 dicembre 2010

Pensiero Vs Azione: alle origini della "discordia"

Tutti conoscono la storia di Prometeo, colui che prima pensa e poi agisce, pochi conoscono la storia di suo fratello Epimeteo, colui che prima agisce e poi pensa. Eppure i loro destini sono inscindibili.
«Vi fu un'epoca in cui gli Dei esistevano, ma gli esseri mortali non esistevano ancora. 

Quando arrivò il tempo destinato alla loro nascita, gli Dei li formarono sotto la terra, con terra, fuoco e tutto ciò che si mescola con questi elementi. Volendo portarli poi alla luce, gli Dei ordinarono a Prometeo e ad Epimeteo di ornare quegli esseri e di distribuire tra di loro le capacità secondo quanto a ciascuno di loro spettava. Epimeteo ottenne da Prometeo di poter procedere da solo alla distribuzione. 

L'imprudente distribuì tutto tra gli animali, in modo che l'uomo restò completamente indifeso e nudo. Così il provvido Prometeo non poté fare a meno di rubare il fuoco e le arti di Efesto e di Pallade Atena dal loro tempio comune, per regalarli al genere umano. Da allora l'uomo è capace di vivere, ma Prometeo - per quanto la colpa fosse di Epimeteo - fu punito per la sua azione. E fu punito, come era giusto, tramite il fratello Epimeteo.
- Figlio di Giapeto, tu che sai più di tutti gli altri, tu ti rallegravi di aver rubato il fuoco e di avermi ingannato; ma ciò sarà a danno tuo e degli uomini futuri. Essi infatti riceveranno da me, in cambio del fuoco, una maledizione di cui gioiranno, circondando d'amore ciò che costituirà la loro disgrazia.
Così parlò il padre degli Dei e degli uomini e rise. 

Egli ordinò subito a Efesto di mescolare un po' di terra e acqua, d'introdurvi voce umana e forza e di creare una bella e desiderabile fanciulla simile nell'aspetto alle Dee immortali. Ad Atena fu ordinato di insegnarle l'arte di tessere, lavoro femminile, all'aurea Afrodite di circonfondere la testa della fanciulla di fascino amoroso e di desideri struggenti. A Ermes Zeus ordinò di dotare la fanciulla di una spudoratezza da cagna e di fallacità. Tutti obbedirono all'ordine del sovrano. Il celebre artefice fece con la terra l'immagine di una pudica fanciulla. Pallade Atena la ornò di una cintura e di una veste. Le Cariti e Peito le misero al collo una collana d'oro. Le Ore inghirlandarono la fanciulla con fiori primaverili. Ermes le pose nel petto la menzogna, le lusinghe e l'inganno. Il messaggero degli Dei le conferì voce e chiamò la donna Pandora, poiché tutti gli Olimpici l'avevano creata come un dono, a danno degli uomini mangiatori di pane.
Quando fu pronta l'insidia minacciosa, contro la quale non vi è difesa, il padre inviò il celebre e veloce messaggero da Epimeteo, con il dono. Questi non si preoccupò di ciò che Prometeo una volta gli aveva detto, cioè di non accettare alcun regalo da parte di Zeus, bensì di rimandargli tutto, affinché nessun male derivasse ai mortali. Prese il dono e solo in seguito si accorse del male. Prima il genere umano era vissuto sulla terra senza alcun male, senza fatiche e malattie che dovessero portare alla morte gli uomini. Ora invece la donna levò il coperchio del grosso vaso e lasciò che si diffondesse dappertutto il suo contenuto, a triste scapito degli uomini. 

Soltanto Elpis, la Speranza, rimase dentro il carcere indistruttibile, sotto l'orlo del vaso, e non volò fuori.

Resti del tempio della Speranza
Davanti a lei la donna chiuse il coperchio, secondo la volontà di Zeus. Il resto dello sciame, innumerevole e triste, circola da allora dappertutto tra gli uomini e la terra è piena di male e pieno di male è il mare. Le malattie colpiscono gli uomini di giorno, vengono inattese di notte, fatali e mute, poiché Zeus astuto negò loro la voce. Non vi è dunque alcuna via per ingannare la perspicacia di Zeus.

La storia della creazione della donna continuava raccontando come la giovane creatura, di fresco venuta al mondo, avesse levato per curiosità il coperchio di un recipiente del tipo di quei grandi vasi di terracotta in cui noi ancora oggi conserviamo l'olio e il frumento, lasciando libero lo sciame dei mali che vi erano rinchiusi. Con questi mali, e precisamente con le malattie, venne nel mondo anche la morte e così si compì la distinzione tra gli uomini e gli Dei immortali.

martedì 7 dicembre 2010

Legge, profezia o lo strano caso del Dr. Jekyll e di Mr. Hyde?


Ricordate la famosa legge di Murphy: “se qualcosa può andare male, stai sicuro che sarà così”.
Efficace sintesi che ci dà certezza di un fenomeno fuori dal nostro controllo al quale si sono però date diverse spiegazioni.

C'è il famoso fenomeno noto come “profezia che si autoavvera” (Merton, 1971), o profezia che si "autodetermina" (Watzlawick, et al., 1971), una predizione che, nel venire fatta, fa sì che diventi vera.

Poi le varie leggi sulla percezione come ad esempio l'effetto "gorilla invisibile".

Aspettarsi che avvenga un evento inaspettato concentra la nostra attenzione su questo e non aiuta ad accorgersi d'altro.

Infine, ci sono le emozioni.

A partire dal 1995 quando Daniel Goleman scrisse  "Intelligenza emotiva" il tema ha avuto un'ampia diffusione. Gli scritti sono aumentati. Gli studi e le conoscenze delle emozioni, grazie alle neuroscienze, sono diventati più approfonditi e "visibili".

Nella vita privata, lavorativa o sociale siamo partecipi diretti o veniamo a conoscenza di reazioni, spropositate al contesto, da parte di persone descritte o percepite come normali. Allora mi pongo 2 domande. Siamo diventati un po' tutti "matti da legare"? Oppure. Le incertezze sociali stanno condizionando in modo sempre più esasperato la vita delle persone e quindi occorre intervenire con misure che creino sicurezza sociali ed economiche?

Risposte certe nella complessità non ci sono.
Il dubbio rimarrà e non sarà facile da dissolvere.
Però una certezza mi sento di esprimerla.
La necessità del superamento del dualismo cartesiano, secondo cui il cervello era la sede dello «spirito», della razionalità, e il corpo quella delle emozioni. Accettare che le emozioni influenzano i processi cognitivi, e viceversa, che il corpo e la mente sono un unicum inestricabile, è il primo passo in vista di una sempre migliore conoscenza delle relazioni tra percezione ed elaborazione del pensiero. Solo grazie a questo incontro potremo imparare a riconoscere, esprimere, regolare, godere delle nostre emozioni. Facendone un punto di forza, e non un'incognita incontrollabile della nostra vita.

Forse questo è anche un primo passo per evitare altri strani casi di Dr. Jekyll e di Mr. Hyde.

Le storie continuano...

mercoledì 1 dicembre 2010

Emozioni contagiose!

Immaginate un piccolissimo paese in cui vive una donna anziana con due figli, uno di diciassette e una figlia minore di quattordici. Sta servendo loro la colazione e si nota che ha un´espressione molto preoccupata. I figli le chiedono cosa le succeda e lei risponde: «Non so, ma mi sono svegliata con il pensiero che qualcosa di molto grave accadrà in paese».

I figli ridono di lei, dicono che si tratta di presentimenti da vecchia, cose che passano. Il ragazzo se ne va a giocare a biliardo e, nel momento in cui sta per tirare una carambola semplicissima, l´avversario gli dice: «Scommetto un peso che non la fai». Tutti ridono, lui stesso ride, tira la carambola e il colpo non gli riesce. Il ragazzo paga la scommessa e gli chiedono: «Ma che cosa è successo? Era una carambola così facile...». Lui risponde: «È vero, ma mi è rimasta la preoccupazione per quello che mi ha detto mia madre stamattina su qualcosa di grave che sta per succedere in paese». Tutti ridono di lui e quello che ha vinto il peso torna a casa, dove ci sono sua madre e una cugina o una nipote, insomma, una qualche parente. Felice per la scommessa vinta, dice: «Ho vinto facile facile questo peso a Dámaso, perché è uno stupido». «E perché è uno stupido?» «Be´, perché non è riuscito a fare una carambola semplicissima, disturbato dalla preoccupazione per il fatto che sua madre stamattina si è svegliata con l´idea che qualcosa di molto grave stia per succedere in paese».

Allora la madre gli dice: «Non burlarti dei presentimenti dei vecchi, perché a volte si realizzano». La parente ascolta tutto, poi esce a comprare la carne. «Mi dia mezzo chilo di carne» dice al macellaio e, mentre lui la sta tagliando, aggiunge: «Meglio che me ne dia un chilo, perché dicono che stia per succedere qualcosa di grave ed è meglio essere preparati». Il macellaio la serve e quando arriva un´altra signora a comprare mezzo chilo di carne le dice: «Ne prenda un chilo perché sono venute un sacco di persone a dire che succederà qualcosa di grave. La gente si sta preparando, va in giro a far compere».

Allora la signora risponde: «Ho parecchi figli; guardi, meglio se me ne dà due chili». Poi se ne va con i suoi due chili e, per non allungare troppo il racconto, dirò che il macellaio in mezz´ora esaurisce la carne, ammazza un´altra vacca, la vende tutta e la voce continua a spargersi. Arriva il momento in cui tutti in paese stanno aspettando che succeda qualcosa. Si paralizzano le attività e all´improvviso, alle due del pomeriggio, fa caldo come sempre. Qualcuno dice: «Vi siete resi conto del caldo che sta facendo?». «Ma se in questo paese ha sempre fatto caldo...». Tanto caldo che è un paese in cui tutti i musicisti hanno strumenti rappezzati con il catrame e suonano sempre all´ombra perché, se lo fanno al sole, gli strumenti se ne cadono a pezzi. «Eppure» dice uno «a quest´ora non ha mai fatto tanto caldo». «Ma se alle due del pomeriggio è proprio l´ora in cui fa più caldo...». «Sì, ma non tanto caldo come adesso». Sul paese deserto, sulla piazza deserta cala all´improvviso un uccellino e si sparge la voce: «C´è un uccellino in piazza». E tutti accorrono spaventati a vedere l´uccellino.

«Ma, signori, ci sono sempre stati uccellini che si posano in piazza». «Sì, ma mai a quest´ora». Si giunge a un punto di tale tensione per gli abitanti del paese che sono tutti smaniosi di andarsene e non hanno il coraggio di farlo. «Io sì, che sono un vero uomo», urla uno «io me ne vado». Prende i mobili, i figli, gli animali, li mette su un carretto e attraversa la strada principale dove c´è tutto il paese a guardarlo. E a un certo punto la gente dice: «Se lui ha il coraggio di andarsene, allora ce ne andiamo anche noi», e cominciano letteralmente a smantellare il paese. Si portano via le cose, gli animali, tutto. E uno degli ultimi che abbandona il paese dice: «Che la disgrazia non si abbatta su ciò che resta della nostra casa», e allora incendia la casa e altri incendiano altre case. Fuggono in mezzo a un tremendo panico, come in un esodo di guerra, e tra di loro procede la signora che aveva avuto il presagio, urlando: «L´avevo detto che qualcosa di molto grave stava per succedere e mi hanno dato della pazza».

Storia che Gabriel García Márquez raccontò all´università di Caracas, nel 1970.

martedì 30 novembre 2010

Benvenuti!

Inizia il viaggio nell’oceano della complessità. 
Per questo viaggio è necessario portare storie, racconti e riflessioni da condividere.
A presto...