Molte delle metafore che inconsapevolmente usiamo per rappresentarci il mondo
sono tratte dall’esperienza sensoriale e corporeo-spaziale:
"...gli rode il fegato"
"perdere la testa..."
"Dobbiamo stringere i denti!"
"saltare oltre l'ostacolo..."
... ... ...
Tradizionalmente la metafora nel linguaggio letterario è considerata una figura retorica che implica un trasferimento di significato per creare immagini di forte carica espressiva e per questo usata ad esempio in poesia.
Nella linguistica cognitiva la metafora è definita come comprensione di un dominio concettuale in termini di un altro dominio concettuale. I processi di fondo di questa comprensione furono studiati negli anni 70 da Gorge Lakoff, a cui dobbiamo lo sviluppo del termine di metafora concettuale. Per Lakoff, i concetti astratti che noi adoperiamo sono largamente metaforici, risultato del fatto che la mente è incorporata (embodied mind) nel nostro sistema neurofisiologico.
Quando Lakoff parla di "mente incorporata", sostiene che quasi tutta la cognizione umana, fino al ragionamento più astratto, dipende e fa uso di strutture concrete e di "basso livello" quali il sistema sensorimotorio e le emozioni. Pertanto l' embodiment è un rifiuto non solo del dualismo cartesiano mente v. materia, ma anche della pretesa che la ragione umana possa essere essenzialmente compresa senza far riferimento ai "dettagli implementativi" di fondo.
Sulla base di ricerche di psicologia cognitiva e di alcune indagini nella filosofia del linguaggio, sostiene che pochissime delle categorie usate dagli esseri umani siano del tipo bianco o nero. Al contrario, la maggior parte delle categorie sarebbero molto più complicate e ambigue, proprio come i nostri corpi. "Siamo esseri nervosi," sostiene Lakoff, "I nostri cervelli ricevono il loro input dal resto dei nostri corpi. I nostri corpi ed il modo in cui funzionano nel mondo strutturano i concetti che possiamo usare per pensare. Non possiamo pensare qualsiasi cosa - solo ciò che ci permettono i nostri cervelli incorporati."

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