Il senso popolare fa di “triste” un peggiorativo; l’allegria è il segno delle grandi cose,
ma può essere ironia.
(Mallarmé - Conversazioni)
L’ironia è il pudore dell’umanità
(Jules Renard, Diario)
L’ironia è il pudore dell’umanità
(Jules Renard, Diario)
L’ironia certamente non poté cominciare che da’ tempi della riflessione,
perch’ella è formata dal falso in forma d’una riflessione che prende maschera di verità
(Giambattista Vico, La scienza nuova)
(Giambattista Vico, La scienza nuova)
Per un po’ d’ironia si perde tutto!
(Quasimodo, In una città lontana)
(Quasimodo, In una città lontana)
L'ironia è uno sviluppo anormale che, come quello del fegato delle oche di Strasburgo,
finisce per uccidere l'individuo. (Søren Kierkegaard, Diario)
La libertà comincia con l’ironia
(Hugo, Leggenda dei secoli)
Più penso alla vita umana, più mi convinco che bisogna darle per testimoni
e per giudici l’ironia e la Pietà.
(Anatole France, Il giardino di Epicuro)
(Hugo, Leggenda dei secoli)
Più penso alla vita umana, più mi convinco che bisogna darle per testimoni
e per giudici l’ironia e la Pietà.
(Anatole France, Il giardino di Epicuro)
Mi son trovato a studiare “l’ironia” mio malgrado. Ironia della sorte! Già, succede.
Mi è stato chiesto di lavorare alla progettazione del corso di formazione “Management e ironia” . Bhè è il mio lavoro! Eppure questa frase "ironia della sorte" tra tutte le citazioni precedenti è quella che più mi ha colpito. Perché? Bhé, forse mi infastidiva. Esprimeva in forma ironica una condizione reale. «Con tutte le cose che ho da fare! Mi debbo occupare anche dell’ironia! Non mi fa proprio ridere. E poi per ciò che sta accadendo in italia... nel mondo... non c’è proprio niente da ridere! Anzi ci sarebbe da incazzarsi!».
Era proprio vero. Ironia della sorte!
Se è così, che vuoi farci! E allora avanti!
In modo un po' svogliato scopro che “l’ironia è stata da sempre annoverata tra le parole con le principali traslazioni di significato”. I latini la chiamavano dissimulatio o illusio o ancora permutatio verborum.
Fu Cicerone a riferirsi ad essa con il corrispettivo termine greco eironéia cioè finzione, ironia. Eiron significa letteralmente ’colui che interroga, fingendo di non sapere’. Da qui l’equivoco e l’ambiguità che contraddistinguono il significato che evoca tale parola.
La possibilità quindi che l’ironia non sia capita o ancor peggio sia male interpretata è non solo possibile ma addirittura nella sua natura profonda.
Non ci possiamo fare nulla. È tutto in mano alla bizzarria o il gusto beffardo del caso? Terribile conferma. I modi di dire hanno una loro verità profonda!
Ma che rabbia!
Primo per dover affrontare un compito non scelto.
Secondo perché in questo modo il compito diventava impossibile: «se il tutto si riduce al caso, diventa improponibile!!»
Mi soccorre Pirandello! "L’ironia è una contraddizione fittizia tra quel che si dice e quel che si vuole sia inteso"

E qui cominciamo a ragionare.
Allora l’intonazione della voce, la mimica facciale, il ritmo e la gestualità che accompagnano comunemente i motti di spirito sono elementi da “usare” con abilità per evitare che il caso abbia il sopravvento. Occorre avere una cassetta di attrezzi ben fornita!
E qui comincia ad essere interessante.
La decodifica interessa quindi, non soltanto il significato letterale del discorso sottoposto a ironia, ma soprattutto il metalinguaggio, il suo secondo livello, quello in cui divengono consapevoli la polemica, la discussione, il contrasto nei confronti di quel primo pensiero.
Colui che si serve dell’ironia propone quindi un "gioco" all’interlocutore, il quale per parteciparvi e per godere dei suoi effetti socializzanti deve attingere ad abitudini, esperienze e circostante che accomunano da vicino se stesso e l’altro.
“Il processo di comprensione dell’ironia prevede due momenti: quello della decodifica degli indicatori di intenzione ironica (linguaggio non verbale), che portano al rifiuto del senso letterale, e quello che comporta la ricostruzione del significato sottostante". (M. Mizzau – L’ironia)
L’ironia è quindi possibile solo se le due persone hanno una “storia” comune.
Chi ad esempio non è a conoscenza degli antefatti o delle circostanze da cui una "battuta" si è generata è inesorabilmente e escluso dal "gioco".
Tante volte vi sarà capitato di rimanere sorpresi tra amici amici che ridevano per qualcosa che non avevo assolutamente colto. Ecco, in quel caso non conoscevate le regole del "gioco", cioè non avevate tutti i mezzi per decodificare il motto di spirito. Avrete avvertito un senso di esclusione da parte degli altri, che più o meno inconsciamente non vi hanno coinvolto. L’ironia è un mezzo molto sofisticato, sottile e colmo di variabili: con essa si può ferire, attaccare , sfogare rabbie a spese degli altri. Lo scarto tra una battuta cordiale, una frase sarcastica e un’ intervento velato di cinismo non è così ampio.
C’è un’ironia che crea, vivifica e avvicina, un’altra che ferisce, svuota e divide.
Così ora sorrido dell'ironia della vita e un po' meno se mi accorgo che non riesco a sorridere con gli altri.